Castelbuono

Castelbuono cosa vedere e cosa fare in un giorno

La Sicilia non è solo mare, addentrandosi nelle zone più interne, a pochi chilometri dalla bellissima costa di Cefalù, è possibile raggiungere, Castelbuono, un grazioso paese immerso in una vallata ai piedi delle Madonie, posto in una posizione strategica da cui è possibile oltre che godere di un meraviglioso paesaggio, fare un gran numero di escursioni e passeggiate alla ricerca di panorami da togliere il fiato. 

Castelbuono è un territorio in grado di offrirti emozioni differenti a seconda se sei appassionato di paesaggi naturalistici oppure di bellezze artistiche e monumentali, come per esempio il suo centro storico, sovrastato dal castello dei Ventimiglia, simbolo della cittadina.

 

Storia e origini di Castelbuono

Le origini del comune di Castelbuono sono dovute ai Ventimiglia, signori della contea di Geraci che  agli inizi del 1300 vollero la costruzione di un castello sul poggio dominante l’antico casale di “Ypsigro” che sovrastava la cittadina.

Castelbuono è un incantevole borgo che sorge in una vallata ai piedi delle Madonie, ma anche a pochi chilometri dal mare, una posizione strategica per i turisti che scelgono di visitarlo insieme a Cefalù e Pollina.

Fu Federico I di Ventimiglia che nel 1316 costruì il castello che aumentò l’interesse per questo piccolo centro, tanto che nel 1454 Giovanni I vi si trasferì con la sua corte, portando con sé anche la sacra reliquia del teschio di Sant’Anna, donata a Guglielmo dal Duca di Lorena e simbolo rilevante dell’unione della famiglia.  

Il castello e Sant’Anna, patrona di Castelbuono, divengono il fulcro delle vicende dei Ventimiglia, nascono chiese, oratori e conventi, la vita culturale di Castelbuono attira artisti che contribuiscono ad abbellire gli interni del castello, le chiese e le fontane.

I Serpotta lavorano agli stucchi su fondo oro zecchino che si trovano all’interno del castello soprattutto nella Cappella Palatina di Sant’Anna. Negli anni il castello è stato ristrutturato dai Ventimiglia, i quali hanno regalato alla città anche un teatro.     

 

Il Castello dei Ventimiglia e la sua leggenda

https://www.borghiautenticiditalia.it/borgo/castelbuono

Esiste una leggenda sul castello dei Ventimiglia che narra che Costanza Chiaramonte, la moglie di Federico I dei Ventimiglia, venne rinchiusa in una delle stanze del castello al primo piano e lasciata morire lì, perché non poteva avere figli.

Il suo fantasma si aggirerebbe per le stanze del castello, spostandosi aprendo le porte, non riuscendo a passare attraverso i muri. Secondo la leggenda, il corpo è stato trovato in una stanza senza mobili, perché la donna li aveva mangiati. 

 

La Cappella Palatina di Sant’Anna 

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All’interno del castello si trova la Cappella Palatina di Sant’Anna che rappresenta il suo cuore pulsante, commissionata nel 1684 da Francesco Rodrigo Ventimiglia ai maestri dell’arte dello stucco, Giuseppe e Giacomo Serpotta, i quali si occuparono di decorarla con stucchi raffiguranti puttini che giocano, drappi svolazzanti e creature immaginarie. 

Dietro una grata è custodita la reliquia con il teschio di Sant’Anna, che viene esposta al popolo solo in occasione dei tre giorni di festa dal 25 di luglio e si conclude con la processione solenne che si svolge il 27 di luglio

La benedizione del paese che viene impartita dal balcone della torre sud ovest del castello, dimora della Santa. 

Castelbuono è ricca anche di chiese, oratori e conventi, tra queste la chiesa di Santissima Maria Assunta o Matrice vecchia, la chiesa della Natività di Maria o Matrice nuova, la chiesa di San Francesco, di Sant’Antonino Martire, l’oratorio del Rosario e la bellissima cappella funeraria dei Ventimiglia e di Santa Maria Assunta

 

La Matrice Vecchia – La chiesa di SS Maria Assunta 

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La Matrice Vecchia o chiesa di SS Maria Assunta è stata costruita nel 1362 sotto il dominio di Francesco II di Ventimiglia, presenta un ornamento particolare per le chiese di quell’epoca, la merlatura di tipo ghibellino, si pensa perché nello scontro tra guelfi e ghibellini, i Ventimiglia parteggiavano per quest’ultimi. 

La chiesa è composta da quattro navate, l’ultima delle quali è stata aggiunta successivamente, nel XV secolo, per motivi di spazio.

Sull’altare maggiore si trova un Polittico, risalente al 1520 e attribuito a Antonello De Saliba, nipote di Antonello da Messina, dedicato alla Maria Vergine e che raffigura l’ eterno Padre ligneo che regge il mondo.

Il portico esterno è stato aggiunto successivamente nel XVI secolo.      

 

La matrice Nuova – La chiesa della Natività della Beata Vergine Maria

A seguito dell’aumento della popolazione, la matrice Vecchia non era più sufficiente ad accogliere il gran numero di fedeli, pertanto, nel XVII secolo venne iniziata la costruzione della Matrice Nuova.

Questa venne aperta al culto nel 1701, ma andò completamente in rovina a seguito del terremoto del 1819, successivamente nel 1830 venne ricostruita così come la vediamo ora, ma senza la cupola e i due campanili che aveva prima della distruzione. 

Tuttavia l’edificio si presenta in tutto il suo splendore a croce latina con tre navate sorrette da dodici colonne in pietra rivestite di stucco. 

La chiesa custodisce l’organo di Pasquale Pergola, una croce pensile del 400, un trittico cinquecentesco e varie tele di artisti siciliani del 700.   

 

Il Museo Civico

Il Castello dei Ventimiglia, voluto proprio dal Conte Ventimiglia, oggi è sede del museo civico.

Per accedere al castello e quindi al museo, basterà pagare un biglietto di 5 euro e si potranno visitare le varie sale, che offrono una mostra del patrimonio storico artistico, che comprende arredi sacri, reperti archeologici, ma anche arte moderna e contemporanea, infine la Cappella Palatina di Sant’Anna. 

 

Il Museo Naturalistico Francesco Minà Palumbo

Negli ultimi decenni del 700 si delineò la scomparsa della grande nobiltà, ma tuttavia non mancarono famiglie che ne mantennero alto il prestigio, come la famiglia Palumbo.

La città ospita anche un importante museo botanico, geologico e naturalistico, intitolato al noto naturalista di Castelbuono Francesco Minà Palumbo, dove è possibile osservare la spiegazione del ciclo di produzione della Manna, una linfa che viene estratta dalla corteccia del frassino e usata nei prodotti di pasticceria.
Castelbuono vanta infatti, tra le altre cose, un’enorme produzione dolciaria di biscotti, panettoni, creme spalmabili oltre che cannoli e dolci tipici siciliani.

 

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Una volta visitato il castello, le chiese e i musei, si può passeggiare per le vie del paese e guardare i negozietti e le botteghe, che offrono artigianato siciliano, degustare prelibatezze della cucina siciliana come per esempio salumi, formaggi e il tradizionale panettone con la manna di Fiasconaro, conosciuto in tutto il mondo.

Se le tante cose da vedere a  Castelbuono vi hanno incuriositi e state progettando una vacanza in Sicilia l’Hotel Baia del Capitano è la soluzione giusta per voi. 

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