Geraci Siculo

A spasso tra i Borghi: Geraci Siculo

L’Italia è un paese ricco di borghi medievali e tanti di essi sono presenti in Sicilia. Geraci Siculo è uno di questi: si tratta di un borgo medievale in provincia di Palermo, situato proprio nel cuore delle Madonie. Passeggiando per i suoi vicoli, potrete godere di panorami mozzafiato.

Se vi recate in Sicilia, non potete perdevi una visita a Geraci Siculo, che vi stupirà per molteplici motivi. Andiamo a vederli insieme.

Geraci Siculo: storia e curiosità di uno dei borghi più antichi in Sicilia

La storia del borgo di Geraci Siculo è molto antica. Nel corso del tempo, il borgo ha subito diverse dominazioni, che hanno lasciato un segno tangibile sia dal punto di vista culturale, che architettonico.

Ancora oggi è possibile osservare l’eredità che è stata lasciata, anzitutto, dalla colonizzazione greca, fin dal secolo VI a.C.: infatti, il nome Geraci deriverebbe da una parola di origine greca “Jerax”, che significa avvoltoio. Questo nome sarebbe stato dato proprio per l’assidua presenza di questi uccelli predatori sul territorio.

Nell’ 840 a.C. il borgo geracese venne conquistato dai saraceni, per mano dell’Emiro Ibna Timna, ed iniziò il periodo in cui l’espansione musulmana interessò tutta la Sicilia. Successivamente, dal XI sec. la storia di Geraci Siculo subisce l’insediamento della civiltà normanna e con Ruggero I inizia per Geraci un periodo di tensioni e vessazioni.

Nel 1063, Geraci Siculo viene elevata a “Contea” fino all’avvento dei Ventimiglia, che avranno un ruolo determinante nella storia del borgo. È proprio sotto i Ventimiglia, che Geraci diviene centro della Contea e acquista sempre più prestigio. Nel 1391 alla morte di Francesco II di Ventimiglia, la Contea di Geraci venne divisa in due e affidata ai suoi figli: Enrico e Antonio.

Negli anni tra 1595 e 1606, Geraci diventa Marchesato e non più Contea, il ruolo centrale viene attribuito a Castelbuono, mentre Geraci Siculo viene declassata e diventa uguale agli altri paesi limitrofi.  Ma i Ventimiglia di Monteforte continuano ad interessarsi alle sorti della Contea fino al XVI secolo, quando il declino dei Ventimiglia segnò inesorabilmente anche quello della Contea di Geraci Siculo. 

Geraci Siculo e la falconeria di Federico II

Oggi Geraci Siculo è il centro del territorio Madonita, con le testimonianze storiche ed artistiche che sono state lasciate dalla lunga dominazione del casato dei Ventimiglia.

Fuori dal centro urbano è possibile osservare il Bevaio della S.S Trinità, un abbeveratoio con due fontane in pietra con quattro bocche. Su un’altura si possono vedere i resti del Castello, un rudere in stile bizantino. Nelle vicinanze del Castello, si trova la Chiesetta sconsacrata di Sant’Anna, la cappella palatina dei Ventimiglia. Lungo le stradine del centro, invece, è possibile vedere la Chiesa Madre, dove all’interno è custodito il tesoro di Geraci Siculo, oggetti in oro ed in argento e paramenti sacri.

Una particolarità esistente solo a Geraci Siculo è la falconeria: fu Federico II ad introdurre a Geraci Siculo la caccia con i falchi, di cui era molto affascinato, tanto da documentarsi e scriverne un trattato: “De Arte Venandi Cum Avibus”.

Oggi è possibile conoscere l’ultimo falconiere madonita esistente, Domenico Vazzana, che ancora si dedica all’addestramento dei falchi. Le tecniche adoperate per la caccia sono ancora quelle proposte da Federico II, anche se oggi i falchi trovano svariati impieghi come spaventa passeri o nel campo dell’aviazione civile e militare, per liberare le piste di decollo dai piccoli volatili che le affollano e rischiano di finire nelle turbine e causare danni agli aerei.

Non è difficile incontrare il signor Vazzana, mentre addestra i suoi rapaci nelle campagne geracesi e scrutare questi uccelli che effettuano voli repentini nel cielo. Anche per questa particolarità il Borgo di Geraci Siculo merita di essere visitato.

Cosa è il Salto del Ventimiglia? Tra storia, mistero e leggenda

 Un’attrazione di Geraci Siculo, che sicuramente non è adatta ai deboli di cuore, è il Salto del Ventimiglia. Se ci addentriamo per i vicoli del borgo, nei pressi della Biblioteca Comunale, si può scorgere un vicolo stretto che culmina in una struttura in acciaio e vetro, che propende verso il vuoto per alcuni metri.

Il Salto del Ventimiglia è un’opera di affaccio urbano, unica nel suo genere, le lastre in vetro ad altezza uomo consentono di camminare come sospesi nel vuoto, in quanto il pavimento è anch’esso in vetro, immergendosi in un panorama mozzafiato a 180°. Da lassù, è possibile scorgere: il vallone del Torrente Grosso, la parte occidentale dei Monti Nebrodi e l’Etna, insomma una visuale eccezionale da non perdere. Il “Salto” è aperto tutti i giorni e l’accesso è gratuito, è stato inaugurato nel 2014 e rievoca un episodio importante della vita dei Ventimiglia.

La storia narra che Francesco Ventimiglia, succeduto al nonno Enrico, prese le redini della Contea, fondando nel 1317 l’odierna Castelbuono e fu lui stesso che avviò la costruzione del Castello che, tutt’ora, spicca sulla rocca, oggi museo civico e famoso in tutto il mondo.

Con Francesco alla guida, la Contea si rinforza e si espande fin quando si verifica la rottura del matrimonio con Costanza Chiaramonte, che Francesco ripudiò non essendo in grado di dargli un figlio. Questo provocò le ire del fratello di Costanza, Giovanni II Chiaramonte, che nel 1332 riuscì a ferire Francesco in un agguato, ma in seguito dovette scappare dalla Sicilia.

Nel 1337, a seguito della morte di Federico III, venne nominato il nuovo sovrano Pietro II, vicino ai Chiaramonte. Questo avvenimento fece precipitare Francesco nello sconforto, tanto che non andò alla riunione del Parlamento a Catania, ma vi mandò il figlio Franceschiello, il quale fu imprigionato dalla nobile famiglia dei Palizzi. Questo episodio mandò su tutte le furie Francesco, il quale insieme a Federico di Antiochia, organizzò una ribellione nei confronti del sovrano. 

Fu così che il re condannò a morte Francesco per tradimento, mise una taglia sulla sua testa e, infine, guidò le truppe alla riconquista dei territori dei Nebrodi compresa Geraci Siculo. Francesco rimase assediato nella sua residenza cercò l’appoggio dei suoi vassalli, i quali non erano più disposti a morire per lui. Nel tentativo di uscire dal Castello per scappare, inseguito dai nemici, Francesco trovò la morte precipitando nel burrone, dove oggi sorge il “Salto dei Ventimiglia”.  

Dove alloggiare per raggiungere Geraci Siculo?

 Siete stati anche voi rapiti dal fascino delle storie che avvolgono il borgo di Geraci Siculo? Avete intenzione di fare un viaggio in Sicilia e visitare le meraviglie che ha da offrirvi?

Tranquilli, abbiamo un luogo che fa al caso vostro: vi proponiamo di alloggiare presso l’Hotel Baia del Capitano, situato nell’incantevole cornice di Cefalù, da dove potrete raggiungere agevolmente anche gli altri paesi limitrofi, proprio come Geraci Siculo.

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