Il vino siciliano
Sommario
Le antiche radici del vino siciliano
La storia delle antiche radici del vino siciliano risale a ben prima dell’arrivo dell’uomo sulla terra, lo dimostrano diversi vinaccioli fossili che sono stati trovati sull’Etna e sulle isole Eolie.
Con l’arrivo dei Fenici e più avanti dei Greci, i quali introdussero la potatura, la coltura ad alberello e la selezione varietale, la viticoltura siciliana inizia a conoscere un grado di importanza, dal punto di vista economico e nelle quantità, non da poco.
La coltivazione della vite era considerata importante tanto quanto quella del grano e delle olive. Vi sono tante testimonianze storiche e reperti archeologici dei fasti antichi che possiamo prendere in considerazione per parlare delle radici del vino siciliano: un esempio, sono i palmenti rupestri di epoca ellenica siti a Selinute, che evidenziano molto bene la grande importanza che ha avuto il vino nell’economia locale. Vi sono anche i krater, utilizzati dai greci per poter versare il vino e i kylix, delle famose coppette utilizzate per poterlo bere, adornate con diverse rappresentazioni di natura mitologica.
È grazie ai romani, però, che lo sviluppo della viticoltura in Sicilia si consolidò maggiormente, perché ben conoscevano le tecniche di coltivazione della vite e della vinificazione. Con l’arrivo degli Aragonesi, successivamente, la coltura della vite andò sviluppandosi sempre di più ed è intorno al 1773 che si registra il vero e proprio periodo di “boom” economico e commerciale del vino siciliano.
Tra vitigni autoctoni ed internazionali: quale uva si coltiva in Sicilia?
In Sicilia, vengono coltivate uve autoctone ed internazionali, che danno vita ad alcuni tra i vini più apprezzati nel panorama enogastronomico. Fra le uve autoctone a bacca nera, in Sicilia abbiamo il famosissimo Frappato, il Nerello Cappuccio e Mascalese, originari dell’Etna, ed infine il gustoso vino Perricone o Pignatello. Tra le uve autoctone a bacca bianca, invece, troviamo il Grillo, l’Inzolia e il famoso Zibibbo, da cui viene prodotto l’omonimo e particolare vino dolce.
Per quanto riguarda i principali vitigni di fama internazionale che sono coltivati in Sicilia, troviamo un must come lo Chardonnay insieme al Cabernet Sauvignon, poi il Merlot, il Müller-Thurgau, il Pinot Nero e il Syrah.
La vite, in Sicilia, si coltiva nelle zone di Mazzarrone, dove viene prodotta in particolare tra le province di Catania e Ragusa. Le zone di Caltagirone, Licodia Eubea, Acate, Chiaramonte Gulfi e Comiso (RG), sono famosissime per la coltivazione della vite.
Le coltivazioni, ad esempio, si trovano anche nelle zone costiere di Agrigento, in quelle collinari di Trapani e Marsala, sino ad arrivare alle zone del Vulcano Etna e all’isola di Pantelleria. Essendo situate tutte in territori così diversi tra loro, è normale che le coltivazioni siano sottoposte a climi, atmosfere e conformazioni totalmente a sé stanti e, di conseguenza, i vini prodotti acquistano sapori e odori peculiari ed originali.
Possiamo affermare che la produzione del vino, in generale, è diffusa in tutto il territorio Siciliano e, nel suo patrimonio naturalistico, l’isola rappresenta un luogo piuttosto interessante. Grazie agli sforzi che sono stati compiuti nel corso degli ultimi vent’anni, inoltre, molte delle uve autoctone dell’isola sono state rivalutate. Questo ha permesso, oggi, dopo avere rischiato concretamente l’estinzione, di farle entrate con assoluto diritto tra le uve considerate le più importanti d’Italia.
Le cantine siciliane più conosciute
Tra le cantine siciliane più conosciute nella nostra isola, ricordiamo le Cantine Florio, situate a Marsala, dove è possibile anche effettuare una visita guidata, facendovi entrare in un mondo fatto di odori e sapori unici. Poi abbiamo Donnafugata, anch’essa vicino Marsala, un’altra cantina siciliana molto famosa, che malgrado sia piccola è davvero molto accogliente. Per non dimenticare la Cantina Palmeri, situata ad Avola, con la sua collezione di vini pregiati. Anche la cantina del Duca di Salaparuta, vicino Bagheria, in provincia di Palermo, e ancora Feudo Arancio, Planeta, Pellegrino, Cusumano, Tasca D’Almerita, Terre Nere, Barone di Villagrande, Alessandro di Camporeale, Spadafora, Baglio di Pianetto, Rapitalà e tantissime altre. Insomma, ce ne sono davvero numerose da scoprire.
Ristorante Kefalè di Hotel Baia del Capitano
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