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Storia di Cefalù: dalle origini ai giorni nostri

La storia di Cefalù affonda le sue radici già in epoca preistorica oltre che in miti e leggende. Pare che fossero state ritrovate tracce di uomini primitivi in due grotte situate nel versante nord del promontorio, oltre la chiara testimonianza data, ancora oggi, dalle mura di cinta megalitiche risalenti al V secolo a.C. e dal tempio di Diana, edificio del IX secolo a.C. situato sulla Rocca.

 

Alla scoperta della storia di Cefalù: dagli inizi fino ad oggi

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Andiamo insieme alla scoperta della storia di Cefalù. Sorta con il nome di origine greca “Kephaloidion”, probabilmente agli inizi era un centro indigeno che serviva per intrattenere rapporti tra i popoli che transitavano o abitavano in Sicilia.

Nel corso degli anni furono varie le dominazioni che si susseguirono a Cefalù, basti pensare che in pochi anni passò dal dominio cartaginese del 396 a.C., alla conquista siracusana del governatore di Leptine nel 307 a.C. Nel 254 a. C., con l’inganno, se ne appropriano i romani facendola diventare città Decumana.

In tutta Cefalù si trovano segni della dominazione dell’Impero Romano d’occidente, a seguire dell’impero d’Oriente, degli Arabi fino a giungere ai Normanni. Nel 1063, prende in mano il potere su Cefalù Re Ruggero II, il quale si adopera per dare un’impronta cristiana alla città, fondando la Chiesa di San Giorgio e nel 1131 la Cattedrale. Successivamente, gli eredi di Ruggero II non hanno mostrato per la città di Cefalù particolare interesse ed alla morte di Federico II la situazione apparve molto confusa. Cefalù passa da un feudatario ad un altro fin quando, nel 1451 il Vescovo decide di riscattarla. Soltanto con l’avvento del Vice regno spagnolo, Cefalù riesce a riottenere un periodo di stabilità.

Cefalù ha avuto un ruolo centrale nella lotta contro i Borboni e nei moti rivoluzionari del 1856. Nel 1860 Garibaldi sbarca a Marsala con i mille e raggiunge Palermo dove venne fatto votare il primo plebiscito per avere un’Italia indivisibile sotto la guida di re Vittorio Emanuele.

Nel 1860 il Barone di Mandralisca viene eletto Presidente del Consiglio Civico e con l’Unità d’Italia ricoprirà la carica di Ministro della Pubblica Istruzione. Cefalù ha voluto ricordare la visita di Garibaldi alla città, nel 1862, ponendo una lapide in Corso Ruggero, nello stesso anno viene nominato sindaco Salvatore Misuraca Turrisi, da qui la storia di Cefalù seguirà le sorti del Regno d’Italia.

 

Lo stemma della città di Cefalù

Lo stemma della città di Cefalù rappresenta perfettamente le caratteristiche del comune. Fa da sfondo uno scudo azzurro, in cui sono raffigurati tre pesci argentati, forse cefali, rivolti verso il centro dell’immagine dove vi è un tondo d’oro che potrebbe rappresentare un pane, un pomodoro o un bisante simbolo di ricchezza.

Nello stemma si notano chiaramente i segni di diverse culture: greca, araba e cristiana. La figura ha un forte valore simbolico, infatti il pane ed i pesci sono un chiaro richiamo alla cristianità, come se si volesse ricordare che la maggiore fonte di ricchezza di Cefalù provenisse dal mare; invece, la corona in araldica rappresenta il potere che da Dio viene conferito al sovrano.

 

Il lascito dei conquistatori: dalla Rocca al Tempio di Diana fino al lussureggiante Duomo

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Dopo due secoli di dominazione araba, i normanni fanno il loro ingresso in Sicilia nel 1130 con l’incoronazione di Ruggero II. Una delle prime opere dei conquistatori è, senza ombra di dubbio, la Cattedrale di Cefalù commissionata proprio da re Ruggero II, il quale voleva farne il suo mausoleo.

La facciata presenta due grandi torri normanne con archi, l’interno è ornato con sculture di particolare importanza e mosaici di derivazione bizantina che ricoprono l’abside e le pareti laterali, tra i quali merita di essere menzionato il famoso Cristo Pantocratore. Oggi il Duomo di Cefalù, con le sue numerose bellezze, è diventato Patrimonio dell’Unesco. Merita di essere menzionato anche il Chiostro, dalla pianta rettangolare ornato dai capitelli che sormontano le colonnine.

Tra le varie opere che i Normanni fecero a Cefalù, vanno ricordate il Palazzo Maria sede del Comune, l’Osterio Magno sede dei Ventimiglia, che oggi è adibito a spazio espositivo, ed il lavatoio costituito da vasche dove si lavavano i panni e dove confluisce l’acqua tramite 22 teste di leone.

Cefalù è un borgo di particolare bellezza, dominato dalla Rocca su cui è stato edificato il Tempio di Diana, che pare sia sorto con un doppio scopo come fortezza per difendere la città dalle invasioni nemiche e come santuario utilizzato per scopi religiosi.

Tra i luoghi di culto che devono essere menzionati nella storia di Cefalù vi è anche il Santuario di Gibilmanna, meta ambita da molti visitatori che vi si recano per il Giubileo di san Gregorio, il pontefice che si occupò della sua edificazione.

 

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